50 km all’ora, di Fabio De Luigi

a cura di Ciro Andreotti

Rocco e il fratello Guido si rincontrano in occasione del funerale del padre. Guido è un manager che si è allontanato dalla famiglia per lavorare sulle navi da crociera. Rocco invece ha scelto di rimanere a vivere con il padre. Dopo oltre trent’anni l’incontro, che avrebbe dovuto essere solo momentaneo, diventa un modo per riavvicinarsi e riallacciare i rapporti.

Una commedia on the road per bagnare l’incontro fra due fratelli profondamente differenti fra loro. L’uno (Guido) preciso sul lavoro, ma altrettanto leggero nei rapporti famigliari. L’altro (Rocco) più accondiscendente a iniziare dal legame che da sempre lo ha tenuto legato a un padre – padrone.

Il viaggio in direzione Cervia su due motorini costruiti e più volte riparati dal padre, fatto con lo scopo di esaudire le ultime volontà di quest’ultimo, desideroso che le proprie ceneri siano depositate sulla tomba della moglie, fa muovere i due lungo le strade secondarie che uniscono Lombardia ed Emilia. Facendogli attraversare ogni genere di disavventura: dalla partecipazione a un Rave, all’incontro/scontro con due ragazzi più giovani e desiderosi di menare le mani. Non aggiungendo alla fine nulla di nuovo che già non si fosse visto in altri film analoghi: da Tre uomini e una Gamba (id.; 1997) sino al più recente L’ultima settimana di Settembre (id.; 2024) diretto da Gianni De Blasi.

Il tutto con lo scopo, nemmeno troppo nascosto, di fare sorridere, ma soprattutto riflettere, a suon di buoni sentimenti, con battute svuotate da astio e cinismo e che avrebbero potuto facilmente fare virare la pellicola su terreni fin troppo impervi. De Luigi però sa usare e bene il mezzo cinematografico riuscendo a confezionare uno spaccato reale di una famiglia come se ne vedono ogni giorno. Sfruttando appieno la presenza di un opposto, il fratello Guido, che è interpretato in maniera puntuale da Stefano Accorsi al quale l’attore Felsineo aggiunge una ridda di tic e idiosincrasie e con il quale De Luigi crea per la prima volta un duetto fin da subito affiatato e sull’asse che da Sant’Arcangelo va in direzione di Bologna.

Le incomprensioni e le differenze fra i due fratelli rappresentano quindi la parte preponderante di questa terza commedia firmata da De Luigi; dopo Tiramisù (id.; 2016) e Tre di troppo (id.; 2023), e con una sceneggiatura firmata a quattro mani con Giovanni Bognetti che trae spunto dal film tedesco 25 km/h (id.; 2018) diretto da Markus Goller.

Alessandro Haber nel ruolo di Corrado, il padre burbero e scontroso, s’intravede solamente per pochi minuti iniziali, non lasciando particolari tracce all’interno di una narrazione che vede nella centralità del recupero del legame di fratellanza il significato finale di un film che purtroppo nonostante qualche buona trovata non si discosta troppo da altre pellicole che trattano l’incontro fra due persone per troppo tempo rimaste distanti.

Piacerà e molto agli amanti di un De Luigi differente dal solito. Distante dai suoi personaggi televisivi e dalla sua comicità dirompente e sopra le righe. Astenetevi se desiderate visionare qualche cosa di veramente originale.

50 km all’ora (id.) Italia – 2024. Regia di: Fabio De Luigi Genere: commedia Durata: 110′. Cast: Fabio De Luigi, Stefano Accorsi, Giorgio Arena, Elisa Di Eusanio, Alice Palazzi, Alessandro Haber, Vito, Paolo Cevoli, Marina Massironi Fotografia: Simone Mogliè Musiche: Stafano Della Casa Soggetto: Markus Goller Sceneggiatura: Fabio De Luigi, Giovanni Bognetti Montaggio: Consuelo Catucci Produzione: Colorado Film, Sony Pictures International Productions e con il contributo di Emilia-Romagna Film Commission Distribuzione: Eagle Picturess.

50 km all’ora, di Fabio De Luigi

Valutazione finale: 6/10