Phaim è un ventiduenne italiano di origini bengalesi, che vive alla periferia di Roma con la sua famiglia, alternandosi fra il lavoro, la fede musulmana, le prove con il suo gruppo musicale e Asia, studentessa universitaria conosciuta a un suo concerto. L’incontro con una ragazza di origini italiane creerà in lui difficoltà fino a quel momento del tutto inattese.

La storia di Phaim è quella del suo autore, già svezzato fra documentari e la passione folle per il cinema, concretizzatasi in una pellicola distribuita da Fandango e che sa fare centro avvalendosi dell’esperienza di figlio d’immigrati Bengalesi (o Bangladesi) arrivati a Roma poco prima della sua nascita, anzi per la precisione trasferiti a ‘TorPigna’ (N.d.R. Tor Pignattara) quartiere multietnico ove convivono hipster, decine di minoranze ben radicate e gli anziani che si ricordano la Roma che era ma che ormai non è più. Riuscendo a far respirare al loro primogenito le medesime difficoltà nelle quali vivono i suoi coetanei in bilico fra il precariato sottopagato e, nel suo caso, con matrimoni combinati perennemente in agguato. Con l’auspicio di un trasferimento all’estero, con Londra come meta agognata, e le uscite con ragazze autoctone. Riuscendo alla fine a farci capire che le difficoltà siano le medesime per tutti, a prescindere dal colore della pelle, ma a eccezione, nel caso di Phaim, di una tempesta ormonale amplificata dall’essere un giovane musulmano praticante e per questo dedito all’estensione sessuale fino al matrimonio.
Si ride e sorride delle convinzioni del poco più che ventenne che si affaccia al mondo, grazie alla capacità dell’autore di sdrammatizzare argomenti così importanti che possono essere fonte di separazione fra differenti culture, come nel caso di scelte imposte da tradizioni e famiglia. Tutte sempre riviste con una dose di leggerezza che pervade tutto il film.
Deliziano e completano la pellicola le aggiunte di Pietro Sermonti e Simone Liberati. Il primo nella parte di un padre, rocker mancato, e il secondo in quello di un pusher silente, pronto alla battuta e molto fatalista. Oltre alla protagonista Carlotta Antonelli qui al suo esordio dopo anni di teatro e che in seguito ha saputo crearsi una solida carriera fra grande e piccolo schermo. Su tutte Suburra – La serie (id.; 217-2020) e Suburræterna (id.; 2023 – in produzione).

Pellicola d’esordio bagnata dalla vittoria, nel 2020, del David di Donatello da parte di Phaim Bhuiyan, in qualità di miglior regista esordiente. E film che nel 2022 ha avuto un sequel, visibile su RAI Play, con 8 episodi e un cast quasi completamente confermato, necessario per approfondire ulteriormente la vita di un ragazzo di origini straniere che non si sente del tutto bengalese e che anche in età adulta non si sente giudicato come italiano. L’auspicio è che quest’esordio sia solamente il felice inizio per una carriera in rampa di lancio.