Foxcatcher – Una storia americana, di Bennett Miller

a cura di Ciro Andreotti

Il lottatore e medaglia d’oro Olimpica, Mark Schultz entra nelle grazie del multimilionario John E. DuPont il quale vuole che Mark faccia parte della Foxcatcher, la squadra di lotta che nell’idea di John parteciperà alle olimpiadi di Seoul 1988. Mark, desideroso di affrancarsi dalla figura del fratello Dave, anch’egli lottatore e con il quale vive una perenne rivalità, accetta la proposta di John iniziando sia ad allenarsi, sia a frequentarlo.

Bennett Miller che in precedenza aveva già dato vita a un’altra narrazione sportiva con L’arte di vincere – moneyball (Moneyball; 2011), dedicato alla scienza applicata al mondo del baseball, a distanza di tre anni firma un’altra storia vera, ma in tal caso tragica. La vicenda di una coppia di lottatori da medaglia d’oro Olimpica, incredibilmente irretiti da un multimilionario impersonato da uno Steve Carell capace di confezionare una prova degna del premio Oscar, per il quale fu candidato quale miglior attore protagonista.

Una vicenda che prende il via dalla biografia di Mark Schultz rimodellata parlando ancora una volta di sport, perché dallo sport prende il via, ma che con lo sport ha a che vedere solamente in parte. E che per questo è molto più simile a un’altra pellicola firmata sempre da Miller: Truman Capote – A Sangue Freddo (Capote; 2005), dedicata alla genesi del primo romanzo giornalistico firmato dall’autore Truman Capote, perché con questi ha più a che spartire. La vicenda è sostanzialmente vista attraverso i due estremi che sanno attrarsi: da un lato il multimilionario John DuPont, abituato al lusso e a soddisfare le proprie ‘voglie’ pagando, che ha desiderato creare una propria squadra di lotta: La Foxcatcher del titolo, che nella traduzione (l’afferra volpe – nda) denuncia in maniera nemmeno troppo velata l’intento di un uomo che si può acquistare tutto ma non, ad esempio, il rispetto altrui, a iniziare da quello di sua madre, interpretata da Vanessa Redgrave, che lo reputa un perfetto incapace. Dall’altro lato il protetto di John, impersonato da Channing Tatum, trattenuto nel modo di porsi, perché dotato di un carattere fragile causa le vicende della propria vita passata e perché prono ai desideri del mentore. Ma anche, e al tempo stesso, fisicamente debordante come spesso l’attore di Magic Mike (id.; 2012) ci ha abituato. Al quale si aggiunge un terzo ma decisivo interprete, ovvero il fratello Dave, interpretato da Mark Ruffalo, anch’egli candidato al premio Oscar 2015 come miglior non protagonista. Anch’egli lottatore dotato di un grande talento, ma anche di una stabilità personale e famigliare, completamente assente nel fratello, esattamente come la capacità di notare quanto la corte di DuPont, debba essere vista con una grande dose di sospetto.

Ed è proprio nel contrasto fra questi tre caratteri fra loro differenti: i primi simili perché insicuri e al tempo stesso complementari, mentre il terzo estraneo al rapporto che lega Mark a John, che si costruisce una pellicola che come le precedenti di Bennett Miller, è rimasta eccessivamente snobbata dal pubblico, pur trattando di una vicenda vera e perfettamente ricostruita grazie a un cast di primo livello nel quale spicca un Carrell che avrebbe probabilmente meritato un riconoscimento migliore la notte degli Oscar.

Foxcatcher – Una storia americana (Foxcatcher) USA – 2014. Regia di: Bennett Miller Genere: Drammatico, sportivo Durata: 134′. Cast: Steve Carell, Channing Tatum, Mark Ruffalo, Sienna Miller, Vanessa Redgrave, Anthony Michael Hall, Guy Boyd Fotografia: Greig Fraser Musiche: Rob Simonsen Soggetto: Mark Schultz Sceneggiatura: Dan Futterman, E. Max Frye Montaggio: Stuart Levy, Connor O’Neill, Jay Cassidy Produzione: Sony Pictures Classics, Annapurna Pictures, Likely Story Distribuzione: BiM Distribuzione.

Foxcatcher – Una storia americana, di Bennett Miller

Valutazione finale: 7,5 /10