La mossa del Pinguino, di Claudio Amendola

a cura di Ciro Andreotti

Bruno è un lavoratore precario con una moglie e un figlio di nove anni, ed è perennemente imbarcato in avventure improbabili per cercare di guadagnare qualche euro. Un giorno vedendo in TV una gara di Curling si convince di poter creare una squadra capace di partecipare alle olimpiadi di Torino 2006. Per Bruno e il suo amico Salvatore trovare altri due componenti di questa squadra, non sarà però un compito così facile. 

Un’avventura sportiva e una storia raccontata in flashback non per parlare di Curling ma di vita di periferia. Una vita fatta di scelte coraggiose e controcorrente. Di rancori da seppellire e di desideri da cavalcare sino all’ultimo respiro, oltre che di sogni da cercare di non fare svanire con l’arrivo dell’alba. Come la partecipazione (decisamente improbabile) di una formazione di Curling italiana alle olimpiadi. E proprio la scelta del Curling, sport di chiare estrazione nordica e perfetta crasi fra il mondo delle bocce e quello ovattato del biliardo, rappresenta una scelta vincente e capace di consentire a persone fra loro profondamente eterogenee di narrare sia una storia che parte dalla figura austera di Ottavio, ex vigile impersonato da Ennio Fantastichini, passando per lo spaccone Nazareno, interpreatato dall’amico fraterno del regista, e recentemente scomparso: Antonello Fassari. Arrivando a usare uno sport, ai più ignoto, come metafora della vita vissuta con calma e riflessione. Uno sport che sino a qualche anno or sono non era conosciuto né dal pubblico, e nemmeno agli attori. Ignari fin quasi all’ultimo, in merito a cosa li avrebbe attesi sul set. Offrendo non pochi risvolti comici, con allenamenti improvvisati e dubbi sulle regole di un’attività molto più antica rispetto ad esempio al più noto gioco del calcio.

Una felice intuizione per l’esordio dietro la macchina da presa di Claudio Amendola, che in seguito tornerà sia a parlare di temi leggeri, sia più drammatici, riuscendo a portare sul grande schermo una vicenda per la quale ha deciso di fare di Edoardo Leo il protagonista principale, causa i problemi esistenziali del suo personaggio: un adulto mai completamente cresciuto e che all’interno delle gioie della famiglia e di un gruppo di amici trovati lungo la strada, riuscirà a lasciarsi alle spalle i dubbi di una vita fatta di troppe bocciate e di troppi pochi accosti. 

Da vedere se siete stati rapiti come noi, da altre pellicole riguardanti il riscatto sociale narrato sempre con venature comiche. Uno su tutti la trilogia di Smetto quando voglio, firmata da Sydney Sibilia. Soprattutto da vedere se apprezzate il clima caciarone, ma sincero, di serial sullo stile de I Cesaroni (id.; 2006 – 2014).

La mossa del Pinguino (id.) Italia – 2013. Regia di: Claudio Amendola Genere: commedia Durata: 116′. Cast:  Edoardo Leo, Francesca Inaudi, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini, Antonello Fassari Fotografia: Antonio Grambone Musiche: Giorgio H. Federici Michele Alberico, Giulio Di Martino, Andrea Natella sceneggiatura: Claudio Amendola,  Edoardo Leo, Michele Alberico, Giulio Di Martino Montaggio: Alessio Doglione Produzione: De Angelis group Distribuzione:  Videa CDE

La mossa del Pinguino, di Claudio Amendola

Valutazione finale: 7 / 10