Pino Daniele – Nero a metà, di Marco Spagnoli

a cura di Ciro Andreotti

Dieci anni dalla scomparsa di Pino Daniele, ripercorsi attraverso il ricordo dei suoi collaboratori, dei vicini di casa, delle amicizie del quartiere nel quale era nato sulla metà degli anni ’50, dei critici ma anche dei semplici appassionati della sua musica sempre in bilico fra il blues e la tradizione partenopea.

Un santino travestito da documentario, dedicato al più partenopeo dei songwriter. Capace di accentrare su di sé l’interesse delle generazioni cresciute nei ‘70 e ‘80 che vedevano nel nativo del centro storico di Napoli, uno dei migliori cantastorie della città del Vesuvio, desiderosa di dimenticarsi quella patina da cartolina data da decenni di folklore e luoghi comuni, per dare spazio a problemi da narrare, sui quali porre un occhio vigile con le armi in mano a un artista spesso derubricato a semplice fenomeno locale e di costume, perché comunque non desideroso di abbandonare, per sua stessa ammissione, l’uso del dialetto e della cadenza napoletana, quale modo per rendersi sempre riconoscibile.

Scritto e diretto dal regista, ma ancor prima giornalista, Marco Spagnoli con l’aiuto di Stefano Senardi, discografico e storico produttore di Daniele. Il documentario, andato in onda sul grande schermo dal 4 al 6 gennaio 2025, a dieci anni esatti dalla scomparsa dell’artista, prende il via dal desiderio di Senardi di tornare a Napoli per la prima volta dopo la scomparsa dell’amico. Alla riscoperta delle origini del fenomeno cantautoriale partenopeo e quindi non circoscrivendo il fenomeno come esclusivamente legato al solo Daniele, ma sottolineando come Daniele ne sia stato il portavoce più illustre e l’apice di una controrivoluzione che lo vide non solo alla stregua di un menestrello. Facendogli raggiungere la consacrazione definitiva grazie all’LP, uscito nel 1980, che da anche il titolo al documentario; in un eterno doppio senso legato sia a due amici e collaboratori storici: Mario Musella e James Senese, figli di coppie miste, l’uno di un soldato americano con sangue cherokee e l’altro di un soldato americano di colore, come del resto mista è la musica di Napoli, e di Daniele, in perenne bilico fra blues e tradizione.

Le interviste lampo con Gino Castaldo, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Teresa De Sio, Enzo Avitabile e lo stesso James Senese, per citarne alcuni. La rilettura della poetica di Daniele, gli aneddoti legati ai primi incontri e su come fosse capace di sdrammatizzare anche i momenti più difficili di coloro che rientravano nella sua orbita, colgono nel segno ma non riescono del tutto a completare il quadro di un’artista la cui eco non si è di certo esaurita con la sua scomparsa prematura e con il quale anche le generazioni future dovranno fare inevitabilmente i conti.

Da sinistra: Tullio De Piscopo, James Senese, Pino Daniele e Tony Esposito

Pellicola quindi promossa con riserva, ma documentario comunque prezioso e da recuperare

Pino Daniele – Nero a metà (id.) Italia – 2024. Regia di: Marco Spagnoli Genere: Documentario, musicale Durata: 94′. Cast: Enzo Avitabile, Tullio De Piscopo, Tony Cercola, Teresa De Sio, Tony Esposito Fotografia: Gianluca Palma Musiche: Pasquale Catalano Soggetto: Stefano Senardi, Marco Spagnoli Sceneggiatura: Stefano Senardi, Marco Spagnoli Montaggio: Jacopo Reale Produzione: Fidelio, Eagle Pictures Distribuzione: Eagle Pictures.

Pino Daniele – Nero a metà, di Marco Spagnoli

Valutazione finale: 6,5 /10