Cassie è una trentenne commessa in un bar, con un brillante passato da studentessa di medicina, nulla nella sua vita pare essere come sembra e tutti i problemi personali che sta affrontando sono riconducibili alla sua esperienza Universitaria e a Nina, sua amica d’infanzia e compagna di college, la cui assenza le ha lasciato cicatrici profonde come solchi.

Una doppia vita come quelle che leggiamo nei tabloid e nelle pagine di cronaca, questa la peculiarità più evidente di Cassie Thomas, una Carey Mulligan abile nei cambi di umore e nel caratterizzare ‘una ragazza della porta accanto’, ovvero la donna dotata di talento per lo studio e con tutte le possibilità (future) promesse fin dal titolo, ma al tempo stesso una donna che d’improvviso ha deciso di lasciare studi e sogni di gloria in memoria di Nina, amica fraterna impalpabile in termini di presenza scenica ma che l’accompagna grazie a parole, ricordi e incontri serali. Perché sotto l’aura di una ragazza come tante, in bilico fra l’adolescenza e l’età adulta, Cassie cela una personalità profondamente vendicativa nei confronti di qualunque esemplare del genere maschile dal quale si fa adescare fingendosi ubriaca per poi sorprenderlo quando le sue intenzioni divengono nettamente più esplicite.
In un vortice di anormalità in cui la vita della protagonista preoccupa, e non poco, una coppia di genitori membri silenti della middle class e impersonati splendidamente da Clancy Brown, caratterista noto al grande pubblico per essere apparso in Highlander – L’ultimo immortale (Highlander; 1986) nel ruolo di Kurgan, e Jennifer Coolidge solitamente incline a ruoli comici e resa famosa dalla commedia American Pie (id.; 1999) diretta dai fratelli Chris e Paul Weitz. Alla fine sono i numerosi colpi di scena, l’insano e insaziabile desiderio di vendetta di Cassie, l’arrivo di un vecchio compagno di college con il quale, forse, costruire una vita assieme e dimenticarsi il passato, che portano la pellicola diretta dall’attrice e sceneggiatrice britannica Emerald Fennell a rappresentare a tinte profondamente dark la cultura della stupro come forma di dominio maschile tacitamente accettato quasi da chiunque. Declinandolo in un perfetto mix di follia e risate a denti stretti.

Candidato ai premi Oscar 2021 in quattro categorie (miglior film, miglior regista, miglior attrice protagonista e montaggio) e premiato per la migliore sceneggiatura originale. La pellicola seppe porre l’accento anche sulle indubbie capacità dell’esordiente Emmerell Fennel, capace di passare indifferentemente dall’ambito autoriale, suoi il soggetto e la sceneggiatura della pellicola. A quello recitativo, stiamo parlando di una delle protagoniste del serial The Crown (id.; 2016 – 2023).