Il cacciatore di donne recensione del film diretto da Scott Walker.
Instilla un certo qual senso di precarietà, il lavoro d’esordio per lo schermo del regista Scott Walker The Frozen Ground, banalizzato nella titolazione italiana Il cacciatore di donne. Certamente non cullato dalle produzioni oltreoceano, nè tanto meno coccolato in anteprime o grida pubblicitarie, il film ha dovuto accontentarsi di una uscita in USA in un modesto numero di sale e un contemporaneo Video On Demand, segnale d’allarme per il DOA di turno, il “morto che cammina”, annuncio funesto di una prevista debacle.
Ma un atleta non va squalificato prima della gara e l’entrata in sala e nei canali TV preposti del film ha sollevato il morale di un regista che tutto sommato ha saputo scrivere e dirigere un Thriller intrigante, sapendosi giostrare tra i pericoli dei clichès nel territorio dei titoli del crimine seriale. Il cinema Americano non perde l’ennesima occasione per fare riferimento alla cronaca reale e anche The Frozen Ground si fa voce narrante della vera caccia ad un serial killer che nel 1983 venne indagato ed accusato di una impressionante serie di stupri, rapimenti ed omicidi.
Il sergente della polizia di Anchorage, Jack Halcombe (Nicolas Cage), unico nome modificato rispetto alla realtà, in procinto di lasciare la città per iniziare un nuovo lavoro insieme alla famiglia, viene richiamato in servizio per un caso importante. Nella tundra gelata dell’Alaska viene trovato il corpo di un’altra ragazza, ultima di una serie di cadaveri di giovani donne rinvenuti sepolti nel terreno ghiacciato. Mentre le autorità nutrono dubbi sulla correlazione dei crimini, Jack ritiene che le affinità siano troppo evidenti per ignorarle.
Le sue supposizioni trovano conferma nelle dichiarazioni di Cindy Paulson, (Vanessa Hudgens), una giovane prostituta riuscita a sfuggire dal suo rapitore,dopo essere stata torturata e violentata. Cindy accusa Robert Hansen (John Cusack) apparentemente un uomo tranquillo, marito, padre e titolare di una panetteria in città. Contro le opinioni della polizia, Halcombe decide di crederle ed approfondisce le indagini su un uomo che potrebbe essere il responsabile dei rapimenti, stupri torture e omicidi di molte ragazze sparite nel nulla negli ultimi dodici anni, molte delle quali coinvolte nel traffico della prostituzione.
I titoli di coda informano che il vero Hansen venne condannato all’ergastolo, dopo aver confessato l’omicidio di diciassette donne e il rapimento e lo stupro di altre trenta, nonostante le autorità ritengano che questi siano numeri in difetto. I casi sono tuttora aperti. Walker non ha ancora la mano di Fincher e The Frozen Ground non scomoda lo Zodiac del 2007, lunga cronaca di un caso ancora oggi rimasto irrisolto, ma entrambi i lavori non si focalizzano sull’assassino, ma sull’ambiente e sulle persone che costituiscono il nucleo della storia. David Baldacci, a sua volta, manipola gli eventi per il suo “Gioco di Zodiac” ed offre la prospettiva vista dal punto di vista di Sean King e Michelle Maxwell, i detectives che indagano sugli omicidi seriali.
Ne Il collezionista e Nella tela del ragno, trasposizioni dei romanzi dell’eccellente Patterson, è Alex Cross il narratore e i film costruiscono la storia delle sue indagini, nell’osservanza tradizionale del principio del Thriller Movie. The Frozen Ground non mette a fuoco alcun personaggio principale e forse qui difetta dell’ispezione psicologica di Insomnia, studio noir di Christopher Nolan anch’esso ambientato in Alaska, nei suoi colori e nelle interminabili ore di luce e notte. Nella sua tensione al rispetto della realtà The Frozen Ground fotografa la storia che si compone attorno a Halcombe, Hansen e Cindy, lasciandoli ai margini degli eventi come testimoni narratori.
C’è un senso ambizioso di austerità che permea il lavoro di Walker, ma il grip del regista perde la forza in una regia troppo ossequiante il Thriller seriale televisivo, da cui noleggia le modalità delle riprese, i movimenti di macchina in sequenze multiangolo cucite in momenti in rapida successione, che sortiscono l’effetto di un dinamismo di scena che è solo apparente.
A contraltare, il regista offre panoramiche mozzafiato e generosi piani sequenza di ampi spazi, distese boschive e immensità ghiacciate, quasi a formulare una tecnica di contrappunto con le claustrofobiche inquadrature di ambienti stagnanti o i colori malati dei locali del vizio. In questo contrasto, la scena nell’incipit ricorda la gelida e angosciante apertura di The Horsemen di Akerlund, dove Dennis Quaid assiste al ritrovamento di un corpo sepolto nella landa gelata.
The Frozen Ground non respira a fondo l’aria malsana che spira in Se7en e il ritmo non scandisce il battito sordo dell’ansia del Silenzio degli innocenti. Piuttosto, il film di Walker, trattenendosi dallo studiare a fondo i protagonisti, li chiama a raccolta in una formulazione di cronaca, come fosse la mera lettura redazionale di un rapporto sulle indagini, dando l’impressione di lambire acque poco profonde.
Qua e là il regista semina indizi per spunti di riflessione, come l’inspiegabile presenza di un alce nelle strade della capitale immersa nel buio della notte, o il veloce flash trasmesso dalla televisione di Hansen di un coccodrillo – la figura del predatore ? – immerso nel fango che aggredisce la preda ignara della sua presenza.
Quali che siano i motivi di questi segnali sparsi un po’ dovunque, il film non ne trae il beneficio sperato e il fuoco sui protagonisti cede il passo ad una disadorna lettura dei fatti,come dalle colonne di testo di un giornale dell’epoca. Cage, come nel Bad Lieutenant di Herzog, e Cusack, questo forse più intenzionalmente, concedono una performance avara di luce ed emozioni e l’energia nei dialoghi si limita all’incontro finale fra i due protagonisti, unico indizio di entropia e di vera tensione in tutto il lavoro.
I titoli di coda confermano l’identità vagamente laconica del film, spiegando che l’epilogo della squallida storia di stupri e omicidi sia stato vergato in una sentenza di condanna a 461 anni di carcere per Hansen. Quello che segue sono le foto senza luce delle ragazze che non conobbero vita.
Il cacciatore di donne (The Frozen Ground.) USA 2013 Regia di: Scott Walker. Genere: Thriller, Azione. Durata: 92′ Cast: Nicolas Cage, John Cusack, Radha Mitchell, Jodi Lyn O’Keefe, Vanessa Hudgens, Dean Norris, Kevin Dunn, Matt Gerald, Brad William Henke, Katherine La Nasa, Michael McGrady, 50 Cent, Gia Mantegna, Ryan O’Nan, Craig Blair, Bostin Christopher, Lydia Hull, Tim Lacatena, Katie Wallack, Cheyenne Buchanan, Brett Baker, Jason Collins. Fotografia: Patrick Murguia. Musiche: Lorne Balfe. Sceneggiatura: Scott Walker. Produttore: 50 Cent, Randall Emmett, Jane Fleming, George Furla, Mark Ordesky, Jeff Rice, William B. Steakley, Dama Claire, Gus Furla. Distribuzione: Videa.
Il cacciatore di donne recensione del film diretto da Scott Walker.
Valutazione finale: 6/10