La donna scimmia recensione Blu Ray distribuito da CG Entertainment.
Antonio Focaccia scopre in un monastero una donna interamente ricoperta di peli e se la sposa per poterla esibire come fenomeno da baraccone. In occasione di una tournée parigina, i due però si innamorano davvero; quando Maria, la donna scimmia, resta incinta, Antonio accondiscende al suo desiderio di avere il bambino…
La donna scimmia diretto da Marco Ferreri nel 1964 è un’impressionante satira di rara crudeltà in cui vengono messi alla berlina tanti strati sociali, a partire da quello borghese anni ’60 per arrivare alla chiesa e alla famiglia. Un’opera profonda e spiazzante che riesce a raggiunge picchi di altissima intensità grazie a un sapiente uso del grottesco. Il regista Marco Ferreri ci regala una metafora allegorica esplicita della società Italiana, ritratta con disumanità. Rappresentante di un’umanità degradata troviamo un Ugo Tognazzi bravissimo e perfettamente in parte. Mai davvero cattivo, ma disgustoso parassita e sfruttatore, che non esita a soggiogare una donna piena di sentimenti per il vile denaro.
Proprio lei, la donna scimmia, interpretata da una bravissima Annie Girardot, che già dal nome rimanda a qualcosa di mostruoso, è l’unica ad avere sentimenti intensi e grande umanità. Quando tutto sembra andare per il meglio Ferreri fa ripiombare tutto nella più nera crudeltà con un finale difficilmente dimenticabile. In questa galleria degli orrori tragicomica di Ferreri non c’è nulla al di fuori della mera arrampicata sociale. La manipolazione perenne e costante di una donna che mai viene compresa e sempre sfruttata, anche dopo la sua scomparsa.
La vicenda sfocia in tali punte di grottesco che Ferreri riesce a miscelare anche momenti di puro erotismo come quando Maria, raggiunto un certo prestigio, balla seminuda per il piacere di palati sofisticati. In realtà la sua condizione è sempre la medesima e non cambia mai anche dopo la morte. E’ sempre sfruttata perfino quando sembra aver preso il controllo della sua vita e tutto sembra andare per il meglio, rimanendo agli occhi di chi la guarda e anche di chi forse la ama, fenomeno da baraccone e fonte di guadagno e di un piacere ipocrita…
La donna Scimmia recensione Blu Ray distribuito da CG Entertainment.
La donna scimmia arriva per la prima volta in Blu Ray in versione restaurata grazie al Crowdfunding Start Up di CG Entertainment e Surf Film in occasione del 100° anniversario dalla nascita di Ugo Tognazzi. Il restauro in 4K è stato realizzato a partire da un lavander di prima generazione conservato da TF1 Studio ed è stato eseguito presso il laboratorio L’immagine Ritrovata (Bologna – Parigi) nel 2017.
L’edizione propone in successione i tre diversi finali del film: quello della versione Italiana censurata, quello della versione lunga voluta dal regista e quello della versione cinematografica Francese. L’opera è presentato nel formato di 1,85:1 con una risoluzione di 1920×1080 pixel. La confezione è una bella Amaray trasparente con un gradevole Artwork interno raffigurante l’attrice Annie Girardot.
La qualità del Blu Ray prodotto da CG Entertainment è ottima e grazie al nuovo Master HD utilizzato per la realizzazione ci regala un bianco e nero solido e luminoso. Il livello di dettaglio e la definizione risultano sempre convincenti per tutta la durata del film, inoltre in fase di restauro si è scelto di mantenere la tipica grana sottile di fondo segno indelebile che il film è stato girato su pellicola 35mm. In alcuni passaggi, con scarsa illuminazione, potrebbero affiorare i limiti della cinematografia con un leggero calo del dettaglio e qualche eccesso di saturazione, ma nulla di particolarmente grave. Complessivamente siamo davanti a un quadro video ottimo, compatto e molto gratificante.
Il comparto audio di questa bella edizione de La donna scimmia non delude, svolgendo egregiamente il suo compito. Troviamo due ottime traccie in formato DTS HD Master Audio 2.0 e una in Dolby Digital 2.0 che non deludono l’ascoltatore. La due traccie, pur con tutti i limiti del semplice codifica 2.0, sono ben strutturate e con una cura particolare per i dialoghi, resi sempre in modo preciso e mai impastati. Considerando che il film per la sua struttura narrativa si basa su dialoghi e sulle musiche di Teo Usuelli, si rimane piacevolmente sorpresi e soddisfatti.
Comparto extra soddisfacente composto da una lunga intervista a Ricky Tognazzi (34,58′) dal titolo: Ferreri, Tognazzi e la donna scimmia, dove Ricky ci racconta del film e di suo padre Ugo Tognazzi e del travagliato rapporto con il regista Marco Ferreri.
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Valutazione finale: 7,5/10