La tendenza alle sbornie e al comunismo, di Bohumil Hrabal

La tendenza alle sbornie e al comunismo, recensione del libro di Bohumil Hrabal.

Prendete una birreria della Cecoslovacchia prima dell’89, popolatela di avventori di varia umanità. Aggiungete un controllo statale sistematico e fastidioso ed ecco la realtà che Bohumil Hrabal dipinge con semplice maestria narrativa. Questa galleria di personaggi delusi, buoni per una rappresentazione teatrale, hanno ben pochi riferimenti che non siano la delusione per i frutti del socialismo reale e per la socialità che li tiene in piedi.

Lo scrittore Bohumil Hrabal.

Racconti che escono dai boccali di birra perennemente colmi. Storie che raccontano di un’umanità allo sbando mentre il regime continua con l’occultamento delle verità, anche delle più evidenti. Dal tratto marcatamente autobiografico raccontano di chi ha dovuto penare per poter andare in Grecia. Settimane, mesi col timore ottuso del potere diffidente verso chi non dimostra gran allineamento alle direttive emanate, palesi o recondite che siano.

Narrazioni che escono dai boccali di birra perennemente colmi, storie che raccontano di un’umanità allo sbando mentre il regime continua con l’occultamento delle verità…

O di chi è stato mellifluamente interrogato da solerti funzionari. Pedine di un gioco sfuggito di mano anche ai suoi progettisti, quelli del sol dell’avvenire che in realtà deve ancora sorgere. Hajenka è la birreria di Kerko dove Hrabal trascorreva gran parte del suo tempo, scrivendo e ricevendo troupe televisive estere. L’altra, di cui parla nel libro è nel quartiere di Holesovice a Praga.

Hrabal, inviso al regime dopo la fine della Primavera di Praga venne spesso convocato nella sede della centrale di polizia. Qui solerti funzionari procedevano in un interrogatorio apparentemente blando usando velate intimidazioni, ricatti, invito a fare nomi di altri artisti poco conformisti.

Hrabal ne è sempre uscito, certo e i suoi libri sono la testimonianza fattiva della fatica intellettuale che un uomo libero ha dovuto affrontare. La scrittura dallo stile spesso popolare, infarcito di espressioni gergali in una lingua non contaminata da un retropensiero di tipo kafkiano lo rese celebre e tra i più letti dalla generazione post dubcekiana. Si avvicina, in tal senso agli universi narrativi di Jaroslav Hasek. Empaticamente sodale con i personaggi della commedia reale umana, l’umanità in tutte le sue sfaccettature.

L’utilizzo frequente dei puntini di sospensione segnala in Hrabal un’attesa, un’allusione ad altro. Una pausa forse dal sistema concentrazionario di cui si trovava a far parte. Quasi un’indecisione, un possibile incidente di percorso… Da alcune sue opere sono stati tratti alcuni film, tra cui Treni strettamente sorvegliati, che ha meritato l’Oscar e Ho servito il Re d’Inghilterra, forse d’attualità visto i tempi.

Tornando al libro, l’efficace traduzione curata da Dario Massimi per le edizioni e/o ne rende la lettura godibilissima e ci fa apprezzare un grande scrittore che ebbe il merito di ritrarre la vita quotidiana cosi come si presentava nelle sfortunate lande cecoslovacche di qualche decennio fa.

La tendenza alle sbornie e al comunismo, recensione del libro di Bohumil Hrabal.