“Nomadland” Un racconto inchiesta di Jessica Bruder

“Nomadland” Un racconto inchiesta di Jessica Bruder

La bolla finanziaria del 2008 ha provocato uno sconquasso sociale che si è riverberato in tutto il mondo. Intere comunità spazzate via, famiglie, individui hanno pagato caro l’inesorabile mano invisibile del libero mercato. Titoli spazzatura, crediti ballerini su cui si fondava il movimento dell’economia Usa hanno decretato la fin del già incerto sogno americano. Per molti americani e americane non è restato altro da fare che mettersi in cammino. Sfoderando vecchi van, roulotte, camper alla ricerca di una difficile sopravvivenza. Da questo cataclisma esistenziale una scrittrice ha tratto spunto per intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di quell’America che non si è arresa. Che ha levato le ancore per continuare a vivere e sorridere.

"Nomadland" Un racconto inchiesta di Jessica Bruder

“Nomadland” Un racconto inchiesta di Jessica Bruder!

Jessica Bruder, giornalista Newyorkese e insegnante alla Columbia Journalist School, sulla scorta dell’inchiesta “Dopo la pensione” del 2015 decide di seguire i faticosi spostamenti di quest’umanità. Attraverso un on the road partecipato, vissuto con gli involontari protagonisti di questa dolorosa e ricca per certi versi esperienza. Ad Empire, piccola cittadina del desertico Nevada incontra alcuni abitanti che hanno vissuto sulla propria pelle la chiusura della fabbrica di cartongesso. Il 31 gennaio del 2011 gli impianti hanno cessato di funzionare in conseguenza della oramai strutturale carenza di domanda lasciando appiedati centinaia di lavoratori.

Da allora in poi queste persone e le loro famiglie hanno dovuto gestire una situazione di emergenza. Legate oltre che alla mancanza di un reddito certo, ad una brusca perdita di identità. Ne sanno qualcosa i minatori inglesi dell’era Tatcher che, con numeri diversi, hanno almeno avuto la possibilità di battersi pur nella sconfitta. O gli operai della Fiat azzerati dopo la marcia dei quarantamila e le successive pesantissime ristrutturazioni tecnologiche. Un classe operaia polverizzata, dispersa nella precarietà dell’assistenzialismo di Stato con il plauso della parte più retriva dell’allora ceto politico e imprenditoriale, che si rifaceva al pensiero liberale. Ce n’è da far risorgere Gobetti e i Roselli dalle loro dimore definitive!

Lungo il viaggio, e qui Bruder arricchisce l’inchiesta, dei cui “viaggiatori” si innamorerà sfatando quel mito che dura tuttora nelle scienze sociali della osservazione partecipante. Cosi’ descrive e racconta la fatica dei lavori a intermittenza, stagionali per Amazon nei suoi magazzini disseminati in mezza America. O della raccolta della barbabietola in tempi ristretti per esigenze di mercato. O ancora come lavoranti nei campeggi tra i parchi montani. Lei stessa poi, acquisterà un camper e tornerà ad esplorare il territorio americano, incontrando molti viaggiatori già conosciuti in precedenza. E si calerà nelle spire di Amazon per tastare con mano il funzionamento della più grande realtà di distribuzione al mondo. E nulla per lei sarà come prima…

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Leggi la recensione del film “Nomadland” diretto da Chloe Zao!