Notti magiche, recensione del film diretto da Paolo Virzì

Notti magiche, recensione del film diretto da Paolo Virzì.

Roma, 3 luglio 1990. Mentre l’Italia è incollata davanti alla TV per assistere alla semifinale dei mondiali fra la nazionale e l’Argentina, una macchina precipita nel Tevere. Al suo interno viene trovato il cadavere del celebre produttore cinematografico Leandro Saponaro. I maggiori indiziati dell’omicidio sono tre giovani sceneggiatori, finalisti del premio Solinas…

Notti magiche, recensione del film diretto da Paolo Virzì

Mentre L’Italia viene giustiziata dagli undici metri, a Roma si consuma un’altra tragedia meno appariscente ma con evidenti ripercussioni sul mondo del cinema Italiano. Un produttore di B Movies viene assassinato, ma da chi?

Dietro la sembianza di un film giallo Paolo Virzì maschera una commedia e anche una severa critica al mondo del cinema. In particolare a quello Romano, con produttori arraffoni, registi che vogliono sfruttare le idee altrui, e tre sceneggiatori in erba arrivati a Roma. Il trio con la convinzione di poter svoltare le proprie esistenze, si troveranno invece coinvolti, loro malgrado, nell’omicidio di un produttore caduto in disgrazia, impersonato da Giancarlo Giannini, e a cui il ruolo, molto stereotipato, calza a pennello, con numerosi giri loschi da coprire oltre a un’amante, Marina Rocca, perfetta da cercare di piazzare in qualche produzione tv o cinematografica.

Un film troppo lungo che naufarga in una trama poco appassionante e dispersiva.

Il film, pur arrivando a un finale che completa in maniera decisamente migliore un arco narrativo che si perde in una lunghezza eccessiva, ha momenti di evidente stanca. Momenti non impreziositi dai tre protagonisti che, come tutti i membri del jet set, risultano sempre troppo sopra le righe. A partire da Eugenia (Irene Vetere) ragazza borghese, ipocondriaca, figlia di un noto politico del quale odia praticamente tutto, inclusa la propria estrazione sociale. Luciano (Giovani Toscano), Piombinese con una carattere fin troppo espansivo, per finire con Antonio (Mauro Lamantia), messinese, laureato in lettere e dai toni formali.

Tutti s’illudono di poter piazzare un soggetto che li possa lanciare nel mondo della settima arte, ma si troveranno in pochi giorni a passare dal discutere di Truffaut e Buñuel a fornire un alibi a un capitano dei carabinieri molto comprensivo (Paolo Sassanelli).

Virzì desidera celebrare con questa pellicola i propri inizi difficoltosi affidando al Piombinese Luciano il proprio alter ego, ma come detto non riuscendo a catturare l’attenzione del pubblico nonostante una pellicola nata sotto i migliori auspici ma naufragata in una trama troppo dispersiva e non appassionante.

Notti magiche (Id.) Italia 2018 Regia di: Paolo Virzì. Genere: Commedia, Drammatico Durata: 126′. Cast: Mauro Lamantia, Giovanni Toscano, Irene Vetere, Giancarlo Giannini, Roberto Herlitzka, Paolo Bonacelli, Ornella Muti, Marina Rocco, Andrea Roncato, Giulio Scarpati, Emanuele Salce, Giulio Berruti (II), Ludovica Modugno, Ferruccio Soleri, Simona Marchini. Fotografia: Vladan Radovic. Musiche: Carlo Virzì. Sceneggiatura: Paolo Virzì, Francesca Archibugi, Francesco Piccolo.

Notti magiche, recensione del film diretto da Paolo Virzì.