Talk Radio, di Oliver Stone

a cura di Ciro Andreotti

Barry Champlain è un commesso di origini ebraiche che riceve nel suo negozio la visita del suo speaker radio preferito: Jeffrey Fisher. Jeff domanda a Barry di fargli visita e di partecipare a una diretta radiofonica del suo programma. Barry nel corso della trasmissione inizia a prendere confidenza con il mondo della radio e in breve tempo sostituirà Jeff creando uno dei programmi più seguiti di Dallas: “Voci nella Notte”, regno di disadattati ed emarginati sociali e anche di persone poco raccomandabili e pronte a minacciarlo per via delle sue origini.

Eric Bogosian riesce a inquadrare alla perfezione la figura di Barry Champlain

Una sorta di Quarto Potere (Citizen Kane; 1941) dove il mondo dell’editoria è sostituito da quello dell’etere visto e vissuto attraverso la vita di uno speaker con la verve e la voglia di misurarsi con l’inestimabile potenza del mezzo radiofonico. Un media capace di trasformarlo da placido proprietario di un negozio di abbigliamento a uno dei più incredibili intrattenitori notturni di Dallas, il tutto nel corso di una pièce teatrale prestata a Oliver Stone e con protagonista proprio lo sceneggiatore di quell’opera: Eric Bogosian, famoso per i suoi monologhi spogli e crudi, nel ruolo di un personaggio apparentemente tranquillo ma carico di adrenalina e divenuto celebre grazie a una voce suadente, ragione del suo successo iniziale, e odiato per le sue idee oltre ogni limite, e che nella radio è riuscito a trovare la sua naturale valvola di sfogo.

Dopo un inizio con telefonate misurate al fianco della moglie e amica Ellen, Barry fa virare il suo talento fino a creare un programma introdotto dal riff di chitarra di Bad To The Bone, sigla di un programma pronto a sparare a raffica contro chiunque, a cominciare dagli emarginati e aspiranti suicidi che lo affollano di telefonate, fra le quali si annidano le ire di gruppi di neonazisti e l’attenzione di sponsor facoltosi. L’epilogo sa di tragedia ma la vera tragedia si consuma nella vita di un uomo che nel corso di numerosi flashback ripercorre la sua carriera a partire dalle prime dirette sino a oggi capendo che l’odio che ha scaturito nell’audience è frutto di idee personali molto difficili da sostenere.

Girato completamente in notturna e quasi totalmente all’interno dello studio radiofonico, il film si avvale di una fotografia e di una colonna sonora di altissima qualità, quest’ultima firmata dall’ex batterista dei Police Stewart Copeland. Di Quarto Potere la pellicola di Stone non ha di certo né la profondità né le differenti sfaccettature, ma sa comunque incollare il pubblico alle poltrone per via del continuo senso di espiazione e di auto analisi del protagonista.

Talk Radio (id.) USA. 1988 Regia di: Oliver Stone. Genere: Drammatico Durata: 103′. Cast: Eric Bogosian, Ellen Greene, Leslie Hope, John C. McGinley, Alec Baldwin, John Pankow, Michael Wincott, Linda Atkinson, Robert Trebero, Zach Grenier, Tony Frank. Fotografia: Robert Richardson. Musiche: Stewart Copeland Soggetto: basato sul libro del 1987: Talked to Death: The Life and Murder of Alan Berg di Stephen Singular Sceneggiatura: Eric Bogossian e Oliver Stone.

Talk Radio, di Oliver Stone

Valutazione finale: 7.5/10