Intervista a Vincenzo Pirrotta

Lo scorso anno Spaccaossa, pellicola diretta dall’attore Palermitano Vincenzo Pirrotta, ci aveva molto favorevolmente impressionato al punto di porla legittimamente nella nostra personale TOP 10. Abbiamo quindi avuto il piacere di porre qualche domanda proprio a Vincenzo che a fronte di una carriera da solido caratterista al servizio del cinema e da attore consumato di teatro, con grande disponibilità ci ha fornito risposte tutt’altro che banali.

Vincenzo Pirrotta e Luigi Lo Cascio
  1. Partendo dagli inizi. Quando ti sei avvicinato al mondo della recitazione ? Credo di essere stato da sempre affascinato dall’universo fantastico dei racconti, diciamo che inventare storie tentando di essere convincente, cercando di conquistare il cuore di chi mi ascoltava, è stato il mio stupendo gioco sin da bambino. Quelli che mi consideravano bugiardo non hanno mai capito che mi costruivo un mondo in cui credevo e in cui volevo invitarli loro erano fermi ad una concezione convenzionale della vita e non comprendevano che il mio era un viaggio per esplorare emozioni vere e non un banale ristagno nella menzogna. Poi certo sono arrivate le prime esperienze nelle compagnie teatrali del mio paese e poi il provino per entrare nell’accademia teatrale hanno fatto di quei sogni e di quei racconti il mio lavoro.
  1. Nel corso della tua carriera sei partito dal teatro e poi hai progressivamente guadagnato spazio anche nel mondo del cinema fino ad arrivare alla TV. Quale delle varie espressioni artistiche: Teatro, cinema e TV prediligi? E per quali ragioni? Sono lavori diversi sia dal punto di vista tecnico sia da quello di come si arriva alla costruzione di un personaggio o a pensare ad una regia. Ma tutti entusiasmanti. Il teatro per esempio consente uno sguardo più ampio, puoi lavorare pensando a un gesto più maestoso, al cinema la grande bellezza è che puoi concentrarti sui dettagli. Bellissimo in tutti e due i casi.
  2. Quale, in una carriera già lunga e prolifica, il ruolo o lo spettacolo al quale sei più legato? Ce ne sono tanti, gli spettacolo teatrali nati dalla mia drammaturgia hanno un posto privilegiato nel mio cuore, ma come non essere legato a Macbeth o a Otello, a Tamerlano, a oreste, a Cotrone, tutti ruoli che mi hanno appassionato e commosso.
  1. Soprattutto al cinema e anche in TV i tuoi personaggi raccontano una Sicilia per molti aspetti stereotipata. Non pensi che questo possa nuocere sia alla tua terra d’origine, in termini per l’appunto di stereotipi, sia a una carriera che, almeno personalmente e grazie a Spaccaossa, credo possa portarti anche a successi più gratificanti o perlomeno differenti? Per il momento sono contento dei ruoli che mi hanno offerto o come nel caso di Spaccaossa che mi sono creato, perché mi hanno dato la possibilità di spiegare e di spiegarmi certe dinamiche della mia terra. Leonardo Sciascia è stato prezioso per la letteratura europea proprio perché ha raccontato l’univeerso mondo della sua terra e lo ha fatto così bene proprio perché la conosceva profondamente, poi certamente ha percorso altri sentieri, e anch’io sto esplorando luoghi nuovi e sommamente diversi da quelli che ho frequentato finora.
  1. Proprio Spaccaossa lo si apprezza sia per la durezza della trama, sia per la resa incredibilmente realistica e con un cast di attori esclusivamente siciliani, che inevitabilmente aumentano il tasso di realismo. Da dove è partita l’idea di un film di denuncia? Personalmente ci ho visto il desiderio di non volersi girare dall’altra parte. Non girarmi mai dall’altra parte è stato sempre uno dei pilastri della mia vita e che mi viene dagli insegnamenti dei miei maestri di vita a partire da quelli inculcatimi dalla mia famiglia. In una storia di dolore e miseria come questa ancor di più ho voluto aggrapparmi a quel magistero sin da quando ne ho sentito la necessità di raccontarla. Racconto un fatto di cronaca accaduto nel ventre molle della mia città ma che purtroppo ha dinamiche universali, una stoia come questa potrebbe accadere nelle villas di Buenos Aires o nelle banlieu di Parigi. È una vicenda che coinvolge la dignità di ognuno di noi e la domanda che vorrei consegnare agli spettatori a fine visione è che cosa ognuno di noi è disposto a farsi mutilare pur di ottenere qualcosa in cambio.
  1. In The Bad Guy, serie che sta spopolando su Prime Video, la tua è un’interpretazione splendida. Il cast è di primo livello e richiama molto il medesimo gruppo di attori di Spaccaossa, tutti siciliani e in cui spicchi sia tu, sia Luigi Lo Cascio e anche Antonio Catania, e domando scusa se me ne sono dimenticati altri. Per molti si tratta di una Dark – Comedy. Personalmente è invece un modo differente di raccontare la Lotta alla Mafia. Che idea personale ti sei fatto? Penso che sia una serie che va molto a fondo sulle articolazioni e i comportamenti degli uomini che abitano i gangli della criminalità organizzata, lo fa certamente sfiorando a volte il grottesco a volte il surrealismo ma mostrando la mafia in tutta la sua spietatezza.
  1. Per il futuro hai già in mente qualche progetto che sia teatrale, riguardi il Cinema o la TV? Sto gia lavorando a due progetti teatrali uno per il teatro stabile di napoli e uno per l’Emilia Romagna Teatro che andrano in tour quest’inverno e poi in primavera ancora cinema e infine sto scrivendo insieme ai miei coautori di spaccaossa il mio secondo film che girerò tra il prossimo autunno e l’inverno del prossimo anno.

Intervista a Vincenzo Pirrotta