La gang, recensione del libro scritto da Graeme Armstrong

La gang, recensione del libro scritto da Graeme Armstrong.

Metà anni duemila, Gran Bretagna, a Nord. Qui c’e’ una Scozia sconosciuta e ruvida in questo in questo ritratto live ben congegnato da Graeme Armstrong. Leader di una gang adolescenziale, Azzy alias Armstrong racconta la sua personale odissea nella periferia di Glasgow. Altri giovani come lui, nel ribollire di ansie e tensioni vivono anni di deciso rifiuto verso il cosiddetto ordine costituito. Aderiscono a codici di vago sapore tribale,assumono sostanze scontrandosi con altre bande giovanili per l’egemonia di un territorio da tempo in crisi economica. Onda lunga degli effetti post-tatcheriani, lontano dai circuiti turistici, e vicina al pathos dell’autore questa Scozia sottoproletaria rivendica in maniera confusa e violenta un ruolo attivo, presente nella società degli adulti.

La gang, recensione del libro scritto da Graeme Armstrong.
La gang è un bel romanzo di formazione che non si dimentica facilmente.

Pur ricordando il memorabile Trainspotting, la cui carica autenticamente trasgressiva si infrangeva nelle ritualità della tossicodipendenza, La gang se ne differenzia per alcune caratteristiche. Innanzi tutto la giovane età dei protagonisti, poco più che adolescenti a cui si accompagna il quasi totale disinteresse per il sistema. Mentre al contrario il romanzo di Welsh coglie alcuni elementi di critica allo status quo, seppur nella forma sincopata e senza sbocchi del rifiuto di qualsiasi appartenenza di gruppo,ideale.

Ne La gang, al di là di qualsiasi valutazione di ordine morale, invece è forte il sentimento di identità di gruppo, con il suo corollario di lealtà, fiducia, aiuto reciproco, sacrificio. Armstrong, che all’epoca di Trainspotting aveva tre anni, sfiora e sfida l’onnipervasività degli effetti della globalizzazione che morde da tempo. E il conto vien quasi subito presentato da un Tatcherismo fascistoide, con gran plauso dei settori più retrivi della società inglese. Miniere chiuse, fabbriche allo sfinimento, famiglie disgregate, quartieri a rischio il biglietto d’entrata nel girone infernale dei dimenticati.

Armstrong è efficace nella scrittura in presa diretta, volutamente sgrammaticata, puro slang dei suburbs, fa esplodere e dà voce alle mille frustrazioni,all’incapacità di affrancarsi da un destino non scritto, all’inconsapevolezza del tempo perduto. Nonostante ciò Azzy-Armstrong intraprende una sfida con se stesso dagli esiti imprevedibili. Romanzo di formazione che non si dimentica. La gang ci riconsegna un mondo che, in parte, è lo stesso che anima le periferie di mezzo mondo. Vitalità che si sprigiona a mille per i ragazzi di tutte le latitudini, su sentieri che la vita ha reso già difficile in partenza.

La gang, recensione del libro scritto da Graeme Armstrong.