Le nostre anime di notte, recensione del film di Ritesh Batra

Le nostre anime di notte, recensione del film diretto da Ritesh Batra.

Il 21 ottobre 1967 uscì al Biltmore Theatre, New York, la commedia A piedi nudi nel parco. Fu un successo strepitoso, e raggiunse 1500 repliche fino al 1967. Nello stesso anno venne licenziata una versione Cinematografica che vide protagonisti un mercuriale Robert Redford e una elettrizzante Jane Fonda. Oltre mezzo secolo dopo li rivediamo insieme in questo intimistico Le nostre anime di notte, tratto dall’omonimo libro di Ken Haruf.

Le nostre anime di notte, recensione    del film diretto da Ritesh Batra.

Subito salta all’occhio, per un riflesso condizionato filmico, l’invarianza delle rispettive cifre recitative, al netto del tempo che avanza. Robert Redford (Louis Waters) nei panni di ex insegnante in pensione, sempre limpido nella recitazione, con quella volitività tipica anglosassone che ha da sempre contraddistinto la recitazione dei più grandi attori. Jane Fonda (Addie Moore) con quell’espressività tipica che richiama fasti giovanili ora incarnati nella oramai irrequieta vis recitativa che ne fa una delle attrici americane più rappresentative del 21 secolo. Le giornate che trascorrono quiete in questa immaginaria cittadina di Holt in Colorado, ritraendo la vita placida di due attempati sopravvissuti alle intemperie della vita.

Nel film, c’è un che di confortevole nella struttura narrativa, una sorta di Carillon linguistico che prende per mano il lettore, cullandolo e rassicurandolo.

Entrambi vedovi e solitari si ritrovano a condividere attimi di insperata felicità, dopo aver trascorso anni nell’abitudinarietà, nel conforto dell’immutabilità delle cose. L’intreccio magico tra Addie e Louis si dipanerà in una serie di incontri teneri, conciliabili col mondo, con le persone, con il passato. Nel libro Haruf ha una scrittura lineare, non cervellotica, si pensa alle descrizioni solipsistiche di una Annie Dillard, eppure ricca di significati che travalicano le parole stesse e fondamentalmente romantica. Nel film, c’è un che di confortevole nella struttura narrativa, una sorta di Carillon linguistico che prende per mano il lettore, cullandolo e rassicurandolo.

Si diceva della scrittura lineare. E se Haruf compie un’operazione difficilissima in letteratura: descrivere la quotidianità con i suoi riti e tic il regista la trasforma in palcoscenico, avvicinandosi timidamente a quella Piccola città di Wilderiana memoria, con un secolo di differenza. In fondo, Holt è una cittadina come tante, dalle radici identitarie ben salde, dove si conoscono tutti e dove un risoluto conformismo non sempre riesce a vincere sull’ansia di libertà che alberga in ognuno di noi.

Le nostre anime di notte (Our Souls at Night.) USA 2017 Regia di: Ritesh Batra. Genere: Drammatico Durata: 101′. Cast: Robert Redford, Jane Fonda, Iain Armitage, Matthias Schoenaerts, Judy Greer, Bruce Dern, Phyllis Somerville. Fotografia: Stephen Goldblatt. Musiche: Elliot Goldenthal. Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber.

Le nostre anime di notte, recensione del film diretto da Ritesh Batra.

Valutazione finale: 7/10