Per offrirti un'esperienza di navigazione sempre migliore, questo sito utilizza cookie propri e di terze parti. I cookie di terze parti potranno anche essere di profilazione. Cliccando su Accetta presti il tuo consenso all'utilizzo dei cookie impiegati dal nostro sito.
Cinque brillanti studenti della facoltà di medicina desiderano sfidare il destino portando alla morte cerebrale uno di loro per poi farlo rinvenire e studiarne i ricordi. I cinque si alternano nell’esperienza, ma nessuno dirà agli altri che il proprio subconscio ha iniziato a essere perseguitato da ricordi provenienti dal passato.
Joel Schumacher, regista noto per vari legal – thriller degli anni ’80 e ’90, suoi Un giorno di ordinaria follia (Falling Down; 1993) e Il Cliente (The Client; 1994), firmò questa pellicola che inizialmente aveva tutte le peculiarità delle commedie per il mondo adolescenziale degli ’80ies, favorita dall’ambiente accademico che riporta lo spettatore con la mente al decennio precedente, ma discostandosene grazie all’aggiunta di una sana dose di pathos notturno, che avvolge continuamente la scena, incurante che ci si trovi in un’aula dismessa usata per praticare le morti cerebrali, o nelle notti invernali attraversate da ricordi persecutori provenienti dal passato dei cinque protagonisti.
A impersonarli un manipolo di attori che, chi più chi meno, ha rappresentato il mondo di celluloide e della serialità americana che è arrivata fino ai giorni nostri. David Labraccio, studente ribelle e dichiaratamente ateo, impersonato da Kevin Bacon, il donnaiolo JoeHurley (William Baldwin), la sola ragazza del gruppo, e che per questo si giudica esclusa dalle scelte degli altri quattro: Rachel Mannus (Julia Roberts), l’insicuro e pavido Randy Steckle (Oliver Platt) e l’ideatore dell’esperimento: Nelson Wright (Kiefer Sutherland).
Film che non è semplice includere in un solo genere proprio perché debitore di varie influenze che lo assimilano semmai a un thriller che desidera avvicinarsi a Shining (id.; 1980) senza però toccarne i vertici di spaventevole follia offerta appena dieci anni prima da Jack Nickolson e nemmeno quell’ambiguità finale che contraddistinse la pellicola di Kubrick.
Il film di Schumacher è al contrario frutto di una trama lineare, che prende il via da una scelta dettata apparentemente dall’amore per la scienza e che con il passare dei minuti diventa invece una valida ragione per sfidare tutti gli altri a rimanere cerebralmente morti più a lungo, per poter solcare più a lungo il proprio subconscio, con il semplice fine di ottenere un successo accademico personale. Alla fine saranno i ricordi d’infanzia, quelli del recente passato e di quel che ognuno dei cinque protagonisti ha fatto, o non ha fatto, nel corso della propria vita che rappresentano le colpe emendabili e al quale ognuno di loro dovrà porre rimedio.
I cinque protagonisti superano il test della recitazione con una prova collettiva che li fa sembrare affiatati come un vero manipolo di amici e colleghi di college. Thriller quindi dai risvolti psicologici catartici che ha superato ampiamente l’usura del tempo, al punto di avere avuto un remake nel 2017 che inizialmente era stato pensato com un sequel della pellicola originale. Un film firmato dal regista Niels Arden Oplev: Flatliners – Linea mortale (Flatliners; 2017), con protagonisti Elliot Page e Diego Luna. Ma anche un film che non ha aggiunto molto a quello che Schumacher e lo sceneggiatore Peter Filardi avevano espresso trent’anni prima.
Valutazione Finale: 6 ½ / 10
Linea Mortale (Flatliners) USA1990 Regia di: Joel Schumacher Genere: Drammatico, Fantascienza Durata: 110′. Cast: Kiefer Sutherland, Julia Roberts, Kevin Bacon, William Baldwin, Oliver Platt, Kimberly Scott, Joshua Rudoy, Benjamin Mouton, Hope Davis, Beth Grant.Musiche: James Newton Howard Scenografia: Eugenio Zanetti Fotografia: Jan De Bont Montaggio: Robert Brown Jr. Soggetto: Peter Filardi Sceneggiatura: Peter Filardi Produzione: StoneBridge Entertainment Distribuzione: Columbia TRI Star Films Italia – Columbia TRI Star HV