Recensione film “Foster Boy”, di Youssef Delara

Recensione film “Foster Boy”, di Youssef Delara.

Jamal Randolph, ragazzo di colore appassionato di rap, vive in carcere in attesa di essere processato. A occuparsi del suo caso sarà l’avvocato Michael Trainer, costretto da un giudice zelante a lavorare almeno per una volta pro bono. Quando Michael s’avvicina al caso del ragazzo scopre verità molto scomode. Tutta la sua vita è costellata da continui abusi ed errori nelle pratiche di affidamento che lo portarono a essere vittima di un molestatore abituale ospite della sua stessa famiglia affidataria. Per questo Jamal vuole fare causa all’agenzia d’affido che si disinteressò alle sue condizioni.

Recensione film "Foster Boy" di Youssef Delara

Passato in sordina, come molti dei Legal Drama d’oltre oceano, la pellicola diretta dal californiano Youssef Delara è un film dignitoso. Fra i protagonisti Louis Gossett Jr. nel ruolo di un giudice assetato d’ideali e Matthew Modine nel ruolo del prestigioso avvocato tutt’altro che idealista. Michael Trainer sembra uscire direttamente da un episodio di Stranger Things e Shane Paul McGhie nella parte non semplice, ma che riesce a caratterizzare molto bene, del ventenne accusatore di una nota agenzia di affidamento.

La pellicola nelle mani di un gruppo così eterogeneo diventa immediatamente una chiara denuncia. Denuncia verso queste agenzie che non vogliono il bene dei ragazzi in affido ma probabilmente solo alimentare un giro di affari pieno di milioni.

Finale scontato ma non per questo meno meritevole di essere visto. E nel complesso sufficienza di stima per il desiderio di denuncia che l’ex campione NBA Shaquille O’neal, nella veste di co produttore, ha voluto offrire al pubblico.   

Foster Boy (Id) USA 2019 Regia di: Youssef Delara Genere: Drammatico, Durata: 109′ Cast: Matthew Modine, Louis Gossett Jr., Julie Benz, Shane Paul McGhie, Michael Hyatt, Michael Beach, Lex Scott Davis. Soggetto: Jay Paul Deratany. Sceneggiatura: Jay Paul Deratany.

Recensione film “Foster Boy” di Youssef Delara.