Stolen recensione del film diretto da Simon West

Stolen recensione del film diretto da Simon West.

Compendio di clichès e stilemi del cinema d’azione scritto per l’intrattenimento disinvolto dei botteghini di gusto fiacco, Stolen è la messa in scena di uno script tanto singolare per la sua futilità, quanto inadeguato a veicolare ogni ombra di emozione. Scritto dal David Guggenheim di Safe House, titolo di tutt’altra timbrica, Stolen vede il regista Simon West dirigere ancora Nicolas Cage dopo il precedente Con Air, con la convalida della formula di routine d’ordinanza nel vocabolario del cinema di genere.

Stolen recensione del film diretto da Simon West.

Intuitiva e banale, imbastita sui paradigmi logorati da mille riletture, la trama e la sua struttura non privilegiano di alcuna forma di solidità o fascino per agganciare un’attenzione che si disperde nella frustrazione di un racconto avido di chiasso ma avaro di emozioni e segnali. Lo spunto è la corsa di un padre per salvare la figlia rapita, l’intenzione è quella di Taken, ma lo smalto è spento, la dinamica perde slancio e la tensione sfiata nelle frenetiche e rocambolesche scene in una metropoli ambigua, testimone dei mille volti di un cinema cittadino di New Orleans nelle sue poliedriche identità, da Big Easy a Angel Heart, da Deja Vu a 12 Rounds, da Skeleton Key a Il cliente.

Will Montgomery (Nicolas Cage) fallisce una rapina in una banca, viene arrestato e passa otto anni in galera. Al suo ritorno alla società, tutto quello che Will desidera è di rivedere e riallacciare i rapporti con la figlia Alison (Sami Gayle). Nel frattempo i due complici Vincent (Josh Lucas) e Riley (Malin Akerman) hanno preso strade diverse. Mentre Riley ha rigato dritto portando avanti un bar frequentato da poliziotti, Vincent, divorato dal rancore e dal desiderio di vendetta, si convince che Will ha nascosto il bottino per tenerselo per sè. Will nega di avere il denaro e Vincent gli rapisce la figlia, chiudendola nel bagagliaio del suo Taxi.

Se i 10 milioni di dollari della rapina non gli verranno consegnati, Alison morirà. Will dovrà tentare un’altra rapina, mentre il detective che l’aveva incastrato otto anni prima (Danny Huston) gli è ancora alle costole.

Stolen recensione del film diretto da Simon West.

L’impianto del lavoro è l’usuale omaggio a spettacolo d’azione e dramma d’effetto, con occhiate alle pagine della rapina in commedia, dai Doberman d’oro di ieri all’Italian Job, alla serie degli Ocean. Ma montaggio e score non bastano a scandire il ritmo per un coinvolgimento delle emozioni e gli spunti d’ironia sparsi qua e là nel racconto sono occasionali e blandi pretesti per conferire spirito ad un lavoro da protocollo.

Cage, per nulla carismatico e la cui empatia è la stessa dei suoi ultimi impegni, corre e si affanna fra le fotografie di una città che gli ruba la scena in cartoline suggestive e scorci funzionali. Ha poco respiro Stolen, luogo iconografico di stereotipi del cinema dal fiato corto e linguaggio emarginato nel vocabolario delle emozioni rarefatte.

Stolen (Id.) USA 2012 Regia di: Simon West. Genere: Azione, Thriller. Durata: 96′ Cast: Nicolas Cage, Malin Akerman, Josh Lucas, Danny Huston, M.C. Gainey, Mark Valley, Marcus Lyle Brown, J.D. Evermore, Matt Nolan, Tanc Sade, Edrick Browne, Sami Gayle, Glen Warner, Mustafa Harris. Fotografia: Jim Whitaker. Musiche: Mark Isham. Sceneggiatura: David Guggenheim. Produttore: René Besson, Matthew Joynes, Jesse Kennedy. Distribuzione: Lionsgate, inedito in Italia il film è stato distribuito per il mercato Home Video.

Stolen recensione del film diretto da Simon West.

Valutazione finale: 5/10