Gli operai che fecero l’impresa, di Casarolli e Barone.
Nel 1987 un drappello di militanti della FIOM e della FIM, sostenuti da Democrazia proletaria, formazione politica a sinistra del Pci-decide a Sesto San Giovanni, città operaia e dai nobili trascorsi resistenziali di bloccare in uscita alla Breda-Ansaldo un generatore di vapore destinato alle centrali nucleari dell’Iran. La decisione si innesta su un retroterra “geopolitico” di rilievo. Da tempo l’area mediorientale è lacerata da conflitti sanguinosi un pò come oggi e l’eco della guerra tra Iran e Iraq-che provocò almeno mezzo milioni di morti- giunge attutito e ammansito dai media, pochi e in debito informativo.
Non senza difficoltà si giunge alla decisione di non far partire i macchinari, tra l’ignavia di molti lavoratori e l’ostracismo dei vertici della macchina-partito comunista. Con un handicap visibile: già da tempo le secche del privato acritico avevano lasciato un segno indelebile nelle coscienze e nelle vite di coloro che volevano cambiare il mondo e la mobilitazione di pochi uomini e donne coraggiosi (a cui si aggiunsero in uno straordinaria dimostrazione di solidarietà, semplici cittadini, massaie, studenti) ebbe il pregio, nobile di battersi per fini non mediabili, non svendibili, non corporativi.
Paolo Casarolli e Alessia Barone, ripercorrono il filo della memoria storica attraverso questo interessante libro.
Paolo Casarolli e Alessia Barone, i cui padri si impegnarono in questa battaglia d’altri tempi, ripercorrono il filo della memoria storica. Ricostruendo con i protagonisti le tappe che portarono dopo due settimane di occupazione dei cancelli al dietro front del governo italiano, retto allora da un giovane e sabaudo Giovanni Goria. Nel documentario, che utilizza interviste, fotografie d’epoca, titoli di testate nazionali e locali viene messo in luce con una nettezza stilistica rara, quasi asciutta nel procedere narrativo un’antiretorico sentimento di appartenenza che ancora fa capolino tra le parole e le immagini.
Una generazione di fenomeni, avrebbe cantato qualcuno qualche anno dopo. Forse semplicemente una comunità di persone vincolate dall’amore per interessi alti e altri, coi desideri alle stelle e coi piedi ben piantati in terra. Probabilmente a loro ben si addicono i versi di Thoreau. Quando in una sua nota lirica fa volteggiare lo spirito della terra, della materia-spirito, del folletto impenitente che nutre l’eterna discontinuità degli accadimenti. Andai per i boschi perché volevo succhiare il nettare della vita e non accorgermi che non ero mai vissuta…
Vi sono uomini che vivono vite di quieta disperazione. In tempi di derive neoliberiste e di orticelli particolaristici il lavoro di Casarolli e Barone merità più di una attenzione. Lo segnaliamo con piacere. Con la speranza che sia d’esempio a chi decide di recuperare non il tempo ormai perduto ma memoria, azione e immaginazione per il XXI° secolo. Good vibrations, millenium people!
Gli operai che fecero l’impresa, di Casarolli e Barone.