A mano disarmata, di Claudio Bonivento

a cura di Ciro Andreotti

La vita professionale della giornalista d’inchiesta Federica Angeli si mischia con la sua vita privata quando da una sua intuizione nasce prima un’intervista con i membri della Famiglia Costa (ovvero i boss del litorale tirrenico) e successivamente un’inchiesta giornalistica. Da quel momento i Costa inizieranno a minacciare Federica che per ragioni di sicurezza sarà posta sotto scorta, creando un inevitabile subbuglio anche nella sua vita privata.

Claudia Gerini (sulla destra) assieme a Federica Angeli

Claudia Gerini si cala con grande tenacia, grazie al coinvolgimento della stessa Federica Angeli, nella parte della cronista de La Repubblica, realmente posta sotto scorta a partire dal 2013, a causa di minacce a scopo intimidatorio subite però non dall’immaginaria famiglia Costa ma dalla fin troppo reale famiglia Spada; perché di questo si parla, ovvero di una vicenda che nulla ha a che fare con la finzione scenica e che a distanza di oltre una decade parrebbe, seppur a fronte di sentenze inequivocabili, ancora in divenire.

Federica, nata e cresciuta a Ostia, intuisce immediatamente che quella che potrebbe sembrare davanti a occhi inesperti, una microcriminalità fatta di furti e qualche estorsione, nasconde invece le pieghe di un’associazione mafiosa capace di radicarsi sul territorio con lo scopo d’impossessarsi di quante più attività commerciali possibili. La famiglia Costa, il cui membro di spicco, Giorgio, è impersonato da Mirko Frezza, ex detenuto ormai passato al mondo della recitazione e visto assieme a Marco Giallini nel serial RAI Rocco Schiavone, non esita a mandare alla giornalista ben più di semplici avvertimenti, al punto di spingerla nelle braccia di una disperazione che assume inizialmente le sembianze di una scorta per sé, ma non per la sua famiglia, con conseguenti e inevitabili ripercussioni sulla sua vita privata, fatta sia di parziale protezione ma anche di molto isolamento.

Il regista Claudio Bonivento, passato negli ultimi anni dal cinema d’intrattenimento a quello impegnato, confeziona con l’aiuto della vera giornalista, autrice sia della biografia omonima, edita nel 2018 da Baldini & Castoldi, sia co sceneggiatrice, assieme a Domitilla Shaula Di Pietro, un film che è il perfetto trait d’union fra cinema d’inchiesta e documentario, con tanto di voce fuori campo della protagonista (forse proprio quest’ultima rappresenta la scelta che lascia gli spettatori maggiormente perplessi) con tempi di narrazione scanditi da date ed eventi realmente avvenuti. Il risultato finale è uno spaccato attuale della vita malsana del litorale Laziale e di come senza paura si possa anche fare ‘la nerista’ scoperchiando vasi di pandora che nessuno vorrebbe aprire.

Ogni attore impersona perfettamente il proprio personaggio. Dal comico Rodolfo Laganà, per una volta nel ruolo drammatico di capo storico della cosca mafiosa dei Costa. A Maurizio Mattioli in quello di un politico incline alla corruzione, passando per Nini Salerno e Francesco Venditti, rispettivamente nei ruoli di un maresciallo dei carabinieri e di Massimo, marito di Federica e al suo fianco anche nei momenti più difficili. Pellicola quindi di stretta attualità che nel 2019 fece conoscere a tutta Italia le peregrinazioni di una giornalista, una moglie e una madre che pur essendo, come da titolo, disarmata, è riuscita con la sua forza di volontà a scoperchiare una serie di traffici illeciti a fronte di evidenti problemi di natura personale.

A mano disarmata (id.) Italia. 2019 Regia di: Claudio Bonivento. Genere: Drammatico, Durata: 110′. Cast: Claudia Gerini, Francesco Venditti, Mirko Frezza, Milena Mancini, Rodolfo Laganà, Maurizio Mattioli, Nini Salerno, Francesco Pannofino. Fotografia: Maurizio Dell’Orco. Musiche: Mirkoeilcane Soggetto: Federica Angeli Sceneggiatura: Domitilla Shaula Di Pietro, Federica Angeli. Produzione: Lasera Digital Film, RAI Cinema Distribuzione: Eagle Pictures

A mano disarmata, di Claudio Bonivento

Valutazione finale: 6.5/10