Scissione, la recensione della serie TV con Adam Scott

Scissione, la recensione della serie TV con Adam Scott.

Mark Scout, ex docente di storia e ora impiegato alla Lumon Industries, ha avuto una promozione abbastanza inattesa. Sarà lui a porre le domande ai dipendenti refrattari a rimanere sul luogo di lavoro, con il preciso scopo di riportarli sulla retta via. Una via che non prevede l’abbandono dell’azienda se non alla fine del proprio turno.

Scissione, la recensione della serie Tv con Adam Scott.

Se vuoi dimenticare cosa ti accade in ufficio e vuoi evitare che i problemi di lavoro si ripercuotano sulla tua vita privata la scelta drastica, ma non troppo ideale, è quella adottata dalla Lumon, multinazionale farmaceutica che ha domandato a un manipolo di cavie di sottoporsi al trattamento di scissione cerebrale per mezzo del quale ogni membro dell’ufficio archiviazione vivrà distaccato da tutto quel che si trova oltre la fine dell’orario di lavoro, mentre gli ‘esterni’, così definiti i dipendenti aziendali nella loro vita privata, non ricorderanno nulla del loro luogo di lavoro, nemmeno chi siede al loro fianco per otto interminabili ore.

Adam Scott attore quarantanovenne alla sua prima serie da protagonista si cala perfettamente nel ruolo del mite ex docente di storia, Mark S. diventando l’io narrante di una vicenda distopica che pesca a piene mani dai romanzi e anche da prodotti del piccolo e grande schermo, fra i quali primeggiano Arancia Meccanica, con una ‘cura Ludovico’ resa più moderna dal desiderio sociale non più di estirpare il male, ma bensì di migliorare la qualità della vita lavorativa e privata degli impiegati; e 1984 di George Orwell con una società, in tal caso farmaceutica, della quale s’ignorano i traffici e l’utilizzo che fanno del lavoro svolto dai propri dipendenti.

Serie TV innovativa e di indubbio interesse, che intriga e affascina.

Il resto del cast, fra cui spiccano John Turturro, Patricia Arquette, Christopher Walken e Britt Lower, nel ruolo di coprotagonista, si sa destreggiare lungo una selva di tempi morti che diventano l’iniziale cifra stilistica di una narrazione scandita da una colonna sonora ossessiva che ci trascina lungo i corridoi asettici di un ufficio dalle sembianze ambulatoriali. Cifra stilistica che vira da metà stagione, quando gli accadimenti iniziano a subire una brusca accelerazione thriller e a mutare la visione idilliaca che i protagonisti hanno della Lumon.

Il tutto fino a un finale che lascia aperto il viatico per una seconda stagione già preannunciata. Scritto da Dan Erickson e diretto da Ben Stiller, ben distante dalle sue commedie brillanti, assieme alla giovane regista nord Irlandese Aoife McArdle. Severance si ascrive a sorpresa dell’anno come serie innovativa. Severamente da evitare se avete crisi di rigetto per la vostra vita professionale.

Scissione (Severance) Soggetto: Dan Erickson. Regia: Ben Stiller, Aoife McArdle. Montaggio: Geoffrey Richman, Gershon Hinkson, Erica Freed Marker. Nazione: USA Anno: 2022 Genere: Thriller, Drammatico. Durata: 1 stagione da 9 episodi della durata di 40’ – 57’ minuti l’uno. Cast: Adam Scott, Zack Cherry, Britt Lower, Michael Chernus, Dichen Lachman, John Turturro, Christopher Walken, Patricia Arquette. Distribuzione: Apple TV+. Uscita: 18 Febbraioo 2022.

Scissione, la recensione della serie TV con Adam Scott.