Una poltrona per due, di John Landis

a cura di Ciro Andreotti

A Philadelphia, alle porte del Natale, una coppia di facoltosi fratelli finanzieri decide di scommettere che il manager della loro società, Louis Winthorpe, messo nelle condizioni giuste, potrebbe diventare un criminale. Mentre, allo stesso tempo, prelevando dalla strada uno spiantato qualunque questi potrebbe diventare un lavoratore rispettabile.

La ventiseienne Jamie Lee Curtis affianco dell’esordiente Eddy Murphy, che prese il posto di John Belushi, e di Dan Aykroyd

Film che dalla vigilia di Natale del 1997, con la sola eccezione del 2005, viene riproposto abbattendosi con regolarità svizzera sulle nostre case. Presentando una tesi filosofica declinata grazie alla comicità debordante di Eddy Murphy, all’epoca poco più che ventenne e lanciato al cinema proprio grazie a questa pellicola, che con l’aiuto di Dan Aykroyd, da poco orfano del suo fratello spirituale John Belushi, del quale proprio di Murphy prese il posto, cercherà di dare una risposta ai dubbi dei fratelli Duke ovvero:

“L’uomo può essere forgiato dall’ambiente e dalle circostanze che lo coinvolgono?”.

A seguito di questa tesi, da suffragare con prove, i due caratteristi, Ralph Bellamy e Don Ameche, scommettono da oltre quarant’anni la “bellezza” di un dollaro per capire se il loro protetto potrebbe tramutarsi in un criminale e se l’homeless Billy Ray Valantine in un probo cittadino dedito al lavoro.

John Landis seppe così dimostrare ancora una volta che non solamente con la demenzialità poteva fare sorridere, ma anche con la rilettura di un classico della letteratura americana: “Il Principe e il Povero” di Mark Twain, con l’aggiunta di un po’ di sana filosofia economica Liberista unita allo studio della Borsa Merci. Basti pensare che la battuta:

“Vendo 200 aprile a 142!

Pronunciata al centro della borsa di Philadelphia da Winthorpe, è da quattro decadi impiegata dai corsi di Economia dei college americani, per spiegare cosa siano i Futures e il mondo delle trattative di borsa. Inoltre proprio Trading Places divenne in seguito il motivo per il quale il presidente Obama, nel 2010, varò la Eddy Murphy Rule che regola il divieto di fuga di informazioni privilegiate provenienti da agenzie governative come il Dipartimento del Tesoro o, come nel caso del film, il Dipartimento dell’agricoltura.

Per il resto la comicità presente nel film è attinta a piene mani dal Saturday Night Live, vera fucina di talenti comici che avrebbero conquistato il mondo della risata e della commedia brillante. Pellicola quindi da vedere e non sottovalutare giudicandola un semplice sostitutivo in mancanza d’altro; perché il film di Landis non solo fa ridere ma rappresenta una spietata fotografia dell’ Edonismo Reaganiano tanto in voga negli anni ’80. Criticandolo proprio per la dubbia moralità che ci offre da parte di tutti i protagonisti. Un’epoca nella quale le trattative speculative, più o meno lecite, erano capaci di decretare la fine o il successo di qualunque persona disinteressandosi del tutto delle sue capacità e soprattutto della sua moralità, la cui assenza poteva essere un eccellente biglietto da visita. Il tutto è narrato grazie a una comicità molto acre, in cui la sfida fra le parti è all’insegna dell’accumulo di ricchezza, con una conclusione in cui non hanno la meglio i più virtuosi, ma i più scaltri e assetati di vendetta.

Una poltrona per due (Trading Places.) USA. 1983 Regia di: John Landis. Genere: Commedia Durata: 117′. Cast: Dan Aykroyd, Eddy Murphy, Ralph Bellamy, Don Ameche, Jamie Lee Curtis, Paul Gleason, James Belushi, Bo Diddley. Fotografia: Robert Paynter. Musiche: Elmer Bernstein. Sceneggiatura: Timothy Harris, Herschel Weingrod.

Una poltrona per due, di John Landis

Valutazione finale: 8/10